Wednesday, May 24, 2006

Il tasso di Viale Ginevra

E’ veramente strana la vita. Un tasso all’ingresso dell’ospedale. Non è frequente in Valle d’Aosta, terra di genepì e mirtilli. Si. Mi riferisco alla pianta, evidentemente! Come dire "perdete ogni speranza voi che entrate" di scolastica memoria. D’altra parte, paradossalmente, da qualche anno gli ospedali sono il posto dove si muore di più. Non fosse altro per le cosiddette infezioni ospedaliere. Una volta le persone anziane morivano a casa col conforto dei familiari. Adesso che la famiglia si è ristretta e le abitazioni non adatte, il tutto si svolge in ospedale. Che tristezza! Almeno però, alla fine del viaggio, trovi ad accoglierti all’ingresso della tua residenza fuori dalle mura una tuja in piena forma. Non solo il danno, ma anche la beffa! Eh si! Perché, tradotto in termini botanici, il tasso è per antonomasia l’albero della morte e la tuja l’albero della vita.
Taxus Baccata o tasso, famiglia taxaceae, è un albero velenoso in tutte le sue parti, tranne che per la polpa dei frutti, bellissime bacche rosse, che durante il periodo di Natale spiccano sulle foglie aghiformi di intenso colore verde scuro. Adesso è in piena fioritura. E’ detto albero della morte o "ammazzasomari" perché una volta gli asini dei contadini, che si fermavano alla sua ombra per ripararsi dalla calura estiva, mangiandone le foglie, morivano. Non è molto utilizzato in omeopatia, a differenza della Tuja occidentalis, uno dei primi rimedi studiati da Hahnemann, il medico tedesco fondatore dell’omeopatia. Si narra che col rimedio diluito e dinamizzato abbia guarito un povero e imbarazzato monaco che presentava tutti i sintomi della gonorrea. In realtà questi disturbi altro non erano che le conseguenze dell’abitudine che aveva di masticare quotidianamente le foglie della pianta passeggiando nei viali del chiostro. Una specie di droga, perché le foglie di tuja sono ricche in tujone , una sostanza con proprietà inebrianti e stupefacenti, molto simili in qualche modo a quelle dell’assenzio, micidiale liquore molto di moda in Francia tra i poeti maledetti del XIX secolo.
Attualmente il rimedio si usa per tutte le intossicazioni da vaccinazioni, chemioterapici e corticosonici. Il soggetto tuja, spesso si tratta di un uomo, tende a trattenere i liquidi. L’aspetto dell’epidermide del volto è oleosa. Facilmente va incontro alla formazione di verruche e orzaioli. Morfologicamente tuja è una persona obesa con disposizione del grasso nella parte bassa del corpo. Le donne tuja sono soggette alla cellulite. Sotto il profilo neurologico sono frequenti gli aspetti ossessivi, le cenestopatie, con sensazione di avere le gambe di vetro o un serpente nel ventre, e i deliri somatici come di sdoppiamento della testa dal corpo. Tutti i disturbi di Tuja peggiorano con l’umidità.
Ritornando alle nostre disquisizioni esistenziali, voglio augurarmi che l’unica motivazione della collocazione del tasso all’ingresso del nosocomio sia da ricercare nella notevole longevità della pianta che, in alcuni casi, può superare brillantemente le decine di secoli. Diversamente ….!

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